Manutenzione ordinaria e straordinaria: quali sono le differenze? Cosa comportano?

Una casa, anche una struttura costruita da poco, necessita sempre di manutenzione e controlli, ma come capire quale è ordinaria e quale straordinaria? Chi deve pagarle? Per saperne di più si può continuare a leggere questa pagina.

La manutenzione ordinaria

Quando si fa riferimento alla manutenzione ordinaria, si parla di lavori che mantengono la casa in uno stato di efficienza, e comprendono soprattutto pulizia di alcuni spazi, come le grondaie, oppure sostituire degli elementi in alcuni elettrodomestici ed impianti.  Anche in questo caso sono compresi dei lavori di rinnovamento, sostituzione o riparazione dell’edificio, come il cambio di finestre o porte, oppure delle rifiniture o delle verniciature.

Viene da domandare, nel caso di manutenzione di un appartamento o una casa in affitto, a chi vanno le spese. Se questi lavori sono necessari a tutti i condomini, in un palazzo, i costi vanno ripartiti calcolati in millesimi, ma nel caso che riguardino un singolo, è il locatore che deve eseguire le operazioni necessari per la manutenzione e riparazione di ristrutturazione, ma i lavori più “piccoli” sono a carico del conduttore, come nel caso di conservazione e manutenzione di cose mobili.

I lavori di manutenzione ordinaria, generalmente, rientrano nelle attività di edilizia libera, e non dovrebbero richiedere permessi, ma è bene consultare sempre il glossario dell’edilizia libera, un elenco rilasciato dal proprio comune.

La manutenzione straordinaria

Una manutenzione straordinaria, invece, richiede dei lavori di ristrutturazioni che possono rinnovare l’ambiente in maniera consistente. Le opere incluse in questo tipo di manutenzione, specificate nell’articolo 3 del Testo Unico dell’Edilizia, specifica che tali lavori includono il rinnovo e la sostituzione di parti strutturali dell’edificio, la realizzazione di servizi integrativi, come quelli tecnologici o igienico-sanitari, il frazionare oppure unire unità immobiliari, il che comporta una variazione delle superfici. In pratica, sono inclusi tutti quegli interventi che alterano la volumetria della struttura.

Questi lavori non comprendono solo opere esterne, ma anche interne, come il rifacimento di scale o rampe, l’installazione di scale o ascensori di sicurezza, interventi di risparmio energetico, come il rifacimento di pannelli solari e fotovoltaici.

Per questo genere di lavori è necessario richiedere un permesso CILA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata), che va presentato allo Sportello Unico per l’Edilizia del Comune. A questo documento, si può aggiungere anche il modulo SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), se tali lavori richiedono l’approvazione e la consulenza di un tecnico esperto. E’ anche possibile richiedere bonus ed agevolazioni fiscali, per questi lavori, come la riduzione del 10 % dell’IVA per chi effettua lavori per gli immobili abitativi, come l’introduzione di ascensori e montacarichi, di caldaie, di video citofoni, etc, oppure gli ecobonus, per chi effettua lavori riguardanti l’installazione di impianti per il risparmio energetico. Nel caso che l’immobile in questione sia in affitto, è il proprietario che deve pagare le spese, ed è sempre quest’ultimo a portare la documentazione necessaria al Comune.